di Vincenzo Cerulli
Questa
immagine esprime al massimo livello la visione del mondo dei semicolti. Per
loro non c’è alcuna distinzione fra un dittatore fascista, il leader di un
partito socialista arabo, uno degli statisti più grandi al mondo e un buffone
che poteva avere successo solo in Italia.“Classe”, fra virgolette perché è un
concetto molto più fluido di quanto si possa credere ma per adesso teniamocelo
per buono (sempre fra virgolette eh). La “classe” semicolta è quel consorzio di
individui che meglio rappresenta la situazione culturale del mondo odierno, la
loro formazione culturale è precipuamente, se non completamente, fondata
sull'esplorazione in internet. Nel Medioevo ad occupare il campo della
formazione culturale delle elite (politiche o religiose che fossero) c’erano
principalmente le università e i monasteri, la cultura popolare invece (che non
era una sub-cultura come quasi la totalità della nostra odierna) era ispirata e
accesa dalla tradizione orale (i vecchi avevano un valore quasi sacro in quanto
custodi viventi della memoria del passato) e dalle varie gilde di artigiani. Oggi
gilde e tradizione orale non ci sono più, non serve a niente ricordare se
internet lo fa per noi, e internet arriva molto più facilmente alla classe
media rispetto ai rami d’influenza delle università. Date queste premesse le conseguenze sono
presto dette, “dottori” sparsi in tutto il mondo sempre pronti a dare la
propria versione su QUALSIASI argomento (rigorosamente dietro la tastiera sia
chiaro). Provo a darvi una definizione di “classe” semicolta: quell'insieme
fluidissimo (nel senso che si costituisce di membri ogni volta diversi a
seconda della situazione) di persone che credendo di operare una critica
“oggettiva ed imparziale” nei confronti di chi giudicano “in
errore-ingenuo-eccitato a torto” si riduce in realtà a decostruire (con
“ironia” nella maggior parte dei casi) ogni possibilità di critica ragionata al
sistema dominante. In pratica fanno di tutto il possibile fronte della
dissidenza critica un unico fascio di
A-complottisti,B-fascisti,C-antisemiti,D-sovranisti sul modello dell’armata
brancaleone,E-comunisti (questo in rare occasioni),F-pazzi,G-ignoranti,idioti.
Non per forza utilizzano una “lettera” alla volta e tutti gli epiteti che
utilizzano non si esauriscono in queste 7 lettere; anzi è gradito il contributo
di chiunque per articolare il vocabolario di questi finti debunker (leggasi
scientisti postmoderni). Sterilizzano il dissenso. Vi porto ora alcuni esempi
concreti sennò parliamo del nulla, di pagine del genere Facebook ne è pieno.
Esempio 1:
in questa immagine c’è tutta la dogmatica sicumera di chi crede di poter
liquidare le (giuste) pretese di sovranità economica con una battuta. Tutte le
scuole economiche che si oppongono al neoliberismo ripetono da anni che in una
situazione di deflazione totale come quella attuale l’unico modo per riattivare
la domanda d’acquisto è far partire dei grandi piani industriali a medio-lungo
termine. Per far questo serve un utilizzo massiccio della spesa pubblica (a
grandi linee quello che è successo con il New Deal americano), quindi lo Stato
deve obbligatoriamente tornare a stampare moneta. Con questo non si vuole dire
che immettere grandi liquidità sul mercato sia sufficiente a superare qualsiasi crisi ma negare che sia
un passaggio OBBLIGATORIO e NECESSARIO
per uscire da una crisi deflattiva significa negare la storia passata e
l’attuale realtà dei fatti.
Esempio 2-3:
l’occasione è il referendum abrogativo del 17 aprile scorso. Una massa informe
e disinformata (per fortuna non è la totalità di chi ha votato sì) è andata a
votare sì. Questo è accaduto, il referendum è stato politicizzato dagli
ambientalisti che l’hanno indirizzato su binari per loro più appetibili,
presentandolo più o meno in questi termini: “chi vota sì ha a cuore il mare,
l’ambiente e il futuro dei nostri figli; chi vota no non merita alcuna libertà
politica e deve essere escluso dal consorzio della società civile”. Peccato che
la questione ambientale non fosse proprio il nucleo centrale di questo
referendum, si parlava più che altro di sovranità energetica. Comunque, la
“classe” semicolta si schiera per l’astensionismo ragionato principalmente per
questo motivo: “in questo referendum chi vota sì è solo un ambientalista esaltato,
rivoluzionario dell’ultima ora, del sabato pomeriggio o della domenica mattina
quindi noi ci asteniamo da questa farsa”. Ecco, la differenza fra questi e chi
ha votato sì ingenuamente sta TUTTA in due articoli in più che hanno letto i
semicolti, nulla di più. Tra l’altro, che si parli di economia, politica,
immigrazione, società o cultura in generale, la differenza fra il parere del
popolo “ingenuo e genuino” (su quest’espressione i semicolti si divertirebbero
a fare battute) e la “classe” semicolta sta SEMPRE in non più di 2-3 articoli
di differenza, mezz’ora di studio. Per chiuderla con una battuta potremmo dire
che se il popolo “ingenuo e genuino” rappresenta spesso gli istinti dei
rivoluzionari dell’ultima ora, la “classe” semicolta è formata da “controrivoluzionari”
nati mezz’ora prima. Non è mia intenzione riportare qui tutti gli esempi
possibili anche perché non finirei più, questi che ho abbozzato qui sopra
spero possano servirvi a riconoscere spontaneamente altri casi che ritroverete in
futuro.
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