di Vincenzo Cerulli
PREMESSA seria per righe
semiserie: ben consci del fatto che può sembrare (agli idioti) una perdita di
tempo affrontare questi temi, ci teniamo a ricordarvi che quando un argomento,
per quanto possa sembrare stupido e puro intrattenimento, raggiunge un numero
critico di persone (400000 per la pagina cui si fa riferimento e 4 milioni di
visualizzazioni per la canzone qui sotto) allora non è più “stupido e puro
intrattenimento”. Questo vale ancor di più oggi in cui il passaggio da
“intrattenitore”(cantante, opinion-maker su facebook o youtube etc etc) ad
intellettuale da salotto è sempre più breve: basti pensare a Fedez e J-ax col
M5S.
Un fantasma si aggira per i
social network, il fantasma del “machenesanno”. Sintomo principale del suo
passaggio è il disprezzo aprioristico per il presente in funzione di
un’esaltazione cieca, sciamanica ed idiota del passato. Sia chiaro però, questi
zombi stregati dal suddetto spettro non rimpiangono mica un passato preciso,
dunque molto ipoteticamente glorioso; rimpiangono vari “pezzi” di tutto quello
che “c’è stato prima”. Di conseguenza è negato ogni possibile confronto fra un
presente palesemente circoscritto a quel che accade ora ed un passato i cui
confini vengono allungati ed accorciati tanto quanto fa comodo, come accade nel
mito del letto di Procuste.
Qui un paio di esempi
concreti:
la pagina facebook “Serie A -
Operazione Nostalgia” (https://www.facebook.com/SerieAOperazioneNostalgia/?fref=ts) e la nuova hit (non a caso) dell’estate: “Che ne
sanno i 2000” di Gabry Ponte ( https://www.youtube.com/watch?v=noY6ggSNTF0)
Per quanto riguarda la pagina
sopra menzionata ci limitiamo a dire che quando uno slogan da utilizzare ogni
tanto (“machenesanno” appunto) diventa la colonna vertebrale di tutta la
struttura è inevitabile che poi si scada nel ridicolo. Così vengono fatti di
continuo confronti fra campioni affermati del passato e bravi giocatori del
presente. Ecco allora che vengono presi tutti i più forti calciatori dagli anni
’60 agli anni ’90 e, confrontati a quelli degli ultimi 10 anni, si dice che
prima c’erano più campioni e che quelli di oggi non reggono il confronto ne’
per qualità ne’ per quantità (e grazie al ca#*o aggiungiamo noi).
Una pagina calcistica che ci
teniamo a consigliare e che si distingue da quest’ultima per profondità di
contenuti e per la parsimonia con cui viene utilizzato il tema della nostalgia
è invece “La leva calcistica della classe ‘68”. In questa non viene screditato
ogni calciatore che gioca oggi per il semplice fatto che non ha giocato 20-30
anni fa: si cerca, per quel che si può, di trovare una giusta misura fra la
nostalgia per il “vecchio pallone” e la critica alle brutture del calcio
moderno.
Della “canzone” cui sopra si
accenna diciamo innanzitutto che si limita a cavalcare i tempi (come tutte le
hit d’altronde), sono 4 minuti circa di listone delle “belle cose del buon
tempo antico” in cui l’autore denigra “””ironicamente””” i nati dal 2000 in poi
per inneggiare ad un presunto migliore passato che ha veramente le sembianze di
un minestrone: da Luigi Tenco a Fiorello, dal Milan di Rijkaard, Gullit e Van
Basten (oppure era quello di Seedorf e Stam? Nella minestra tutto si confonde)
alle tartarughe ninja, dal Megadrive a Jeeg-robot etc etc, così per 4 minuti.
Cari lettori non spendiamo altre
parole a riguardo perché per quanto serio sia questo fenomeno è comunque
abbastanza semplice da decifrare ed affrontare, vi salutiamo con la speranza
che la nostalgia torni ad occupare il posto che le spetta; che non è certo
quello di merce di scambio con cui imporre una gerarchia su chi è nato dopo un
certo periodo. Anche perché se così fosse ci dovremmo chiedere: “chi traccia il
confine tra ciò che è nostalgia-passato e ciò che è presente?”. Servirebbe un
osservatore sovra-storico, al di là della quotidianità in cui ci troviamo noi
di continuo in quanto esseri storici.
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