sabato 6 agosto 2016

Quando la nostalgia diventa idiozia (Brevi appunti sul fenomeno del "machenesanno")


di Vincenzo Cerulli

PREMESSA seria per righe semiserie: ben consci del fatto che può sembrare (agli idioti) una perdita di tempo affrontare questi temi, ci teniamo a ricordarvi che quando un argomento, per quanto possa sembrare stupido e puro intrattenimento, raggiunge un numero critico di persone (400000 per la pagina cui si fa riferimento e 4 milioni di visualizzazioni per la canzone qui sotto) allora non è più “stupido e puro intrattenimento”. Questo vale ancor di più oggi in cui il passaggio da “intrattenitore”(cantante, opinion-maker su facebook o youtube etc etc) ad intellettuale da salotto è sempre più breve: basti pensare a Fedez e J-ax col M5S.

Un fantasma si aggira per i social network, il fantasma del “machenesanno”. Sintomo principale del suo passaggio è il disprezzo aprioristico per il presente in funzione di un’esaltazione cieca, sciamanica ed idiota del passato. Sia chiaro però, questi zombi stregati dal suddetto spettro non rimpiangono mica un passato preciso, dunque molto ipoteticamente glorioso; rimpiangono vari “pezzi” di tutto quello che “c’è stato prima”. Di conseguenza è negato ogni possibile confronto fra un presente palesemente circoscritto a quel che accade ora ed un passato i cui confini vengono allungati ed accorciati tanto quanto fa comodo, come accade nel mito del letto di Procuste.
Qui un paio di esempi concreti:
la pagina facebook “Serie A - Operazione Nostalgia” (https://www.facebook.com/SerieAOperazioneNostalgia/?fref=ts) e la nuova hit (non a caso) dell’estate: “Che ne sanno i 2000” di Gabry Ponte ( https://www.youtube.com/watch?v=noY6ggSNTF0)
Per quanto riguarda la pagina sopra menzionata ci limitiamo a dire che quando uno slogan da utilizzare ogni tanto (“machenesanno” appunto) diventa la colonna vertebrale di tutta la struttura è inevitabile che poi si scada nel ridicolo. Così vengono fatti di continuo confronti fra campioni affermati del passato e bravi giocatori del presente. Ecco allora che vengono presi tutti i più forti calciatori dagli anni ’60 agli anni ’90 e, confrontati a quelli degli ultimi 10 anni, si dice che prima c’erano più campioni e che quelli di oggi non reggono il confronto ne’ per qualità ne’ per quantità (e grazie al ca#*o aggiungiamo noi).
Una pagina calcistica che ci teniamo a consigliare e che si distingue da quest’ultima per profondità di contenuti e per la parsimonia con cui viene utilizzato il tema della nostalgia è invece “La leva calcistica della classe ‘68”. In questa non viene screditato ogni calciatore che gioca oggi per il semplice fatto che non ha giocato 20-30 anni fa: si cerca, per quel che si può, di trovare una giusta misura fra la nostalgia per il “vecchio pallone” e la critica alle brutture del calcio moderno.
Della “canzone” cui sopra si accenna diciamo innanzitutto che si limita a cavalcare i tempi (come tutte le hit d’altronde), sono 4 minuti circa di listone delle “belle cose del buon tempo antico” in cui l’autore denigra “””ironicamente””” i nati dal 2000 in poi per inneggiare ad un presunto migliore passato che ha veramente le sembianze di un minestrone: da Luigi Tenco a Fiorello, dal Milan di Rijkaard, Gullit e Van Basten (oppure era quello di Seedorf e Stam? Nella minestra tutto si confonde) alle tartarughe ninja, dal Megadrive a Jeeg-robot etc etc, così per 4 minuti.

Cari lettori non spendiamo altre parole a riguardo perché per quanto serio sia questo fenomeno è comunque abbastanza semplice da decifrare ed affrontare, vi salutiamo con la speranza che la nostalgia torni ad occupare il posto che le spetta; che non è certo quello di merce di scambio con cui imporre una gerarchia su chi è nato dopo un certo periodo. Anche perché se così fosse ci dovremmo chiedere: “chi traccia il confine tra ciò che è nostalgia-passato e ciò che è presente?”. Servirebbe un osservatore sovra-storico, al di là della quotidianità in cui ci troviamo noi di continuo in quanto esseri storici.

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