di Beatrice Ambrosi
L’ultimo film di Kevin Reynolds, Risorto, uscirà nelle sale
italiane il 17 marzo, non a caso a pochi giorni dalla Pasqua, celebrazione
della risurrezione di Gesù. Il film, che narra appunto la resurrezione di
Cristo contemplata nel Nuovo Testamento, appare come sequel non ufficiale de La
passione di Cristo (2004) di Mel Gibson o perlomeno questo è l’intento del suo
sceneggiatore Paul Aiello; effettivamente a primo acchito, anche solo guardando
il trailer, viene subito da pensare al film di Gibson, ma le aspettative
vengono deluse immediatamente. Il film è ben lontano dal capolavoro vincitore
di tre premi oscar nel 2005 per la miglior fotografia, il miglior trucco e la
migliore colonna sonora: non vi è quella risonanza, quella credibilità che
arricchisce lo spettatore, non solo a livello di contenuti (Risorto, così come
La passione di Cristo, non dice molto di quanto non è stato già detto e
ridetto), ma a livello di forma e di immagine. La vicenda è sviluppata a mo’ di
flashback, cominciando con l’immagine del protagonista Clavio (Joseph
Fiennies), tribuno militare a servizio del prefetto Ponzio Pilato (Peter
Firth), che seduto a tavola nella baracca di un tale, ricorda il percorso che
lo ha portato in Galilea. Questo flashback appare quasi diviso in due parti: la
prima più realistica, la seconda dai tratti misticheggianti. La divisione
coinvolge anche lo sfondo in cui si svolge la vicenda, prima a Gerusalemme e
poi in Galilea, nonchè il contenuto. Nella prima parte i due legionari Clavio e
Lucio (intepretato dal giovane Tom Felton, ai più noto per il ruolo di Draco
Malfoy nella saga di Harry Potter) vengono incaricati di trovare il corpo del
Nazareno Yeshua (Cliff Curtis), scomparso dopo tre giorni dalla sua morte,
nonostante la sua tomba fosse stata sigillata con corde molto resistenti, su
consiglio del Sinedrio: Yeshua rappresenta infatti una minaccia per Roma e per
il potere e potrebbe diventare un’arma di ribellione per i più deboli. Per cui
nella prima parte, seguendo la suddetta divisione, viene mostrata questa grande
caccia all’uomo da parte di un Clavio molto razionale, che vediamo
rappresentato come abile soldato nella sequenza iniziale in cui i romani si
scontrano con i giudei, a colpi di spade, scudi e sassi (questi usati dai
secondi) . La condizione di Clavio si può riassumere nella locuzione latina “Si
vis pacem, para bellum”: egli non viene presentato come il Miles gloriosus
plautino, ma come un tribuno determinato e concentrato nel suo obiettivo di
acquistare potere a Roma per potersi costruire una famiglia ed una villa in cui
vivere in pace, in una quotidianità che sia priva di morte; non ricerca lo
sfarzo ma il benessere. E’ proprio la determinazione di Clavio nella caccia,
nello scovare cadaveri e nell’interrogare i testimoni della risurrezione di
Yeshua che rende poco convincente la sua conversione; sebbene infatti il
regista utilizzi l’espediente degli incubi in cui appare la faccia smunta
dell’uomo crocifisso per creare confusione nella testa del tribuno, la sua conversione
appare forse troppo rapida. Eppure a Clavio, non credente, il cui unico Dio è
Marte, bastano le parole di una Maria Maddalena (Marìa Botto) a far sorgere dei
dubbi alla sua ferrea convinzione: “Stai cercando qualcosa che non troverai
mai. […] Apri il tuo cuore e guarda!” La prima parte del film è connotata da
elementi storici come la datazione degli eventi (collocabili al 33 d.C.), i
riferimenti all’imperatore Tiberio allora in carica, a Cesarea, cittadina in
cui risiedeva ufficialmente Pilato, al Sinedrio e alla figura di Caifa; appare
anche la Sacra Sindone che viene giustificata da Clavio dall’uso di erbe ed
oli. La ricerca dell’uomo è accompagnata dalla musica di Roque Baños, degna di
un film poliziesco, in grado di creare tensione e di dare maggior ritmo alla
narrazione. La scena che unifica le due parti in cui è suddiviso il film è
quella in cui i legionari invadono le case dei giudei per trovare i discepoli
che Clavio scova nella dimora di Maria Maddalena assieme a Yeshua: qui
l’abilità di Reynolds emerge da un’inquadratura sui sandali del tribuno che,
incredulo, indietreggia; successivamente, si rivedono questi sandali andare
avanti verso gli apostoli. Clavio ha veramente il Maestro davanti a sè e non
riesce a conciliare il fatto di averlo visto morto e poi di nuovo vivo: a
questo punto la sua sorpresa è enfatizzata dal clichè dei clichè, ovvero la
spada che in slow motion gli cade dalle mani. E’ a questo punto che si apre la
seconda parte della storia: Clavio lascia un messaggio agli altri legionari con
su scritto che vuole avere risposte e per ciò seguirà gli apostoli in Galilea.
Il soggetto della storia cambia, la caccia non è più rivolta al corpo di Yeshua
(ormai in putrefazione), ma a Clavio, in carne ed ossa. Si apre un capitolo del
film che appare troppo fantasioso, misticheggiante e poco elaborato: il modo in
cui compare e scompare Yeshua agli apostoli appare artificioso, quasi fosse un
fantasma che scherzosamente va e viene, quasi come avesse il mantello
dell’invisibilità e scomparisse a suo piacimento. Convince, comunque, che per
il ruolo del Messia sia stato scelto un uomo di origine maori come Cliff
Curtis, che ha le fattezze di un semita e che rispetta quella iconografia che
vuole Gesù con barba e capelli lunghi e con il naso aquilino. La caccia a
Clavio continua ma viene subito interrotta quando viene scovato dall’ex
compagno Lucio, al quale, puntandogli la spada alla gola, dirà “Oggi non muore
nessuno!” inaugurando perciò un nuovo capitolo della sua vita, privo di guerra
e di sangue. Ecco che quindi viene da pensare che fin dall’inizio il film si
occupi solo marginalmente di Cristo e che forse il titolo “Risorto” sia
riferibile anche a Clavio: egli è risorto, è rinato, dopo anni di battaglie, di
fatica e di servizio; ha trovato qualcosa in cui credere veramente, che non
costituisce alcuna minaccia perchè “Se Yeshua fosse qui ti abbraccerebbe”
afferma l’apostolo Bartolomeo mentre è interrogato da Clavio. Il principio “si
vis pacem, para bellum” non ha più importanza oramai ed è sostituito da un
monito differente: se vuoi la pace, apri il tuo cuore.
(Pubblicato originariamente su http://www.rearwindows.it/ )