venerdì 22 aprile 2016

Contro la "classe" semicolta


di Vincenzo Cerulli

Questa immagine esprime al massimo livello la visione del mondo dei semicolti. Per loro non c’è alcuna distinzione fra un dittatore fascista, il leader di un partito socialista arabo, uno degli statisti più grandi al mondo e un buffone che poteva avere successo solo in Italia.“Classe”, fra virgolette perché è un concetto molto più fluido di quanto si possa credere ma per adesso teniamocelo per buono (sempre fra virgolette eh). La “classe” semicolta è quel consorzio di individui che meglio rappresenta la situazione culturale del mondo odierno, la loro formazione culturale è precipuamente, se non completamente, fondata sull'esplorazione in internet. Nel Medioevo ad occupare il campo della formazione culturale delle elite (politiche o religiose che fossero) c’erano principalmente le università e i monasteri, la cultura popolare invece (che non era una sub-cultura come quasi la totalità della nostra odierna) era ispirata e accesa dalla tradizione orale (i vecchi avevano un valore quasi sacro in quanto custodi viventi della memoria del passato) e dalle varie gilde di artigiani. Oggi gilde e tradizione orale non ci sono più, non serve a niente ricordare se internet lo fa per noi, e internet arriva molto più facilmente alla classe media rispetto ai rami d’influenza delle università.  Date queste premesse le conseguenze sono presto dette, “dottori” sparsi in tutto il mondo sempre pronti a dare la propria versione su QUALSIASI argomento (rigorosamente dietro la tastiera sia chiaro). Provo a darvi una definizione di “classe” semicolta: quell'insieme fluidissimo (nel senso che si costituisce di membri ogni volta diversi a seconda della situazione) di persone che credendo di operare una critica “oggettiva ed imparziale” nei confronti di chi giudicano “in errore-ingenuo-eccitato a torto” si riduce in realtà a decostruire (con “ironia” nella maggior parte dei casi) ogni possibilità di critica ragionata al sistema dominante. In pratica fanno di tutto il possibile fronte della dissidenza critica un unico fascio di A-complottisti,B-fascisti,C-antisemiti,D-sovranisti sul modello dell’armata brancaleone,E-comunisti (questo in rare occasioni),F-pazzi,G-ignoranti,idioti. Non per forza utilizzano una “lettera” alla volta e tutti gli epiteti che utilizzano non si esauriscono in queste 7 lettere; anzi è gradito il contributo di chiunque per articolare il vocabolario di questi finti debunker (leggasi scientisti postmoderni). Sterilizzano il dissenso. Vi porto ora alcuni esempi concreti sennò parliamo del nulla, di pagine del genere Facebook ne è pieno. 

Esempio 1: in questa immagine c’è tutta la dogmatica sicumera di chi crede di poter liquidare le (giuste) pretese di sovranità economica con una battuta. Tutte le scuole economiche che si oppongono al neoliberismo ripetono da anni che in una situazione di deflazione totale come quella attuale l’unico modo per riattivare la domanda d’acquisto è far partire dei grandi piani industriali a medio-lungo termine. Per far questo serve un utilizzo massiccio della spesa pubblica (a grandi linee quello che è successo con il New Deal americano), quindi lo Stato deve obbligatoriamente tornare a stampare moneta. Con questo non si vuole dire che immettere grandi liquidità sul mercato sia sufficiente  a superare qualsiasi crisi ma negare che sia un passaggio OBBLIGATORIO e NECESSARIO  per uscire da una crisi deflattiva significa negare la storia passata e l’attuale realtà dei fatti.


Esempio 2-3: l’occasione è il referendum abrogativo del 17 aprile scorso. Una massa informe e disinformata (per fortuna non è la totalità di chi ha votato sì) è andata a votare sì. Questo è accaduto, il referendum è stato politicizzato dagli ambientalisti che l’hanno indirizzato su binari per loro più appetibili, presentandolo più o meno in questi termini: “chi vota sì ha a cuore il mare, l’ambiente e il futuro dei nostri figli; chi vota no non merita alcuna libertà politica e deve essere escluso dal consorzio della società civile”. Peccato che la questione ambientale non fosse proprio il nucleo centrale di questo referendum, si parlava più che altro di sovranità energetica. Comunque, la “classe” semicolta si schiera per l’astensionismo ragionato principalmente per questo motivo: “in questo referendum chi vota sì è solo un ambientalista esaltato, rivoluzionario dell’ultima ora, del sabato pomeriggio o della domenica mattina quindi noi ci asteniamo da questa farsa”. Ecco, la differenza fra questi e chi ha votato sì ingenuamente sta TUTTA in due articoli in più che hanno letto i semicolti, nulla di più. Tra l’altro, che si parli di economia, politica, immigrazione, società o cultura in generale, la differenza fra il parere del popolo “ingenuo e genuino” (su quest’espressione i semicolti si divertirebbero a fare battute) e la “classe” semicolta sta SEMPRE in non più di 2-3 articoli di differenza, mezz’ora di studio. Per chiuderla con una battuta potremmo dire che se il popolo “ingenuo e genuino” rappresenta spesso gli istinti dei rivoluzionari dell’ultima ora, la “classe” semicolta è formata da “controrivoluzionari” nati mezz’ora prima. Non è mia intenzione riportare qui tutti gli esempi possibili anche perché non finirei più, questi che ho abbozzato qui sopra spero possano servirvi a riconoscere spontaneamente altri casi che ritroverete in futuro. 

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