martedì 26 aprile 2016

L'Austria svolta a destra


di Simone Mela

Un alto duro colpo all’Unione Europea arriva dall’Austria dove alle elezioni presidenziali il candidato del partito della libertà, Freiheitliche Partei Österreichs (Fpö), Norbert Hofer prende oltre il 35% dei consensi  staccando nettamente il secondo arrivato Alexander Van der Bellen, leader dei Verdi, che non va oltre il 21%. Saranno loro due a sfidarsi al ballotaggio del prossimo 22 maggio. <<Abbiamo scritto la storia, oggi inizia una nuova era politica>> sono le parole del leader dell’ Fpö Heinz-Christian Strache. Crollano invece i due partiti storici che si sono spartiti Vienna negli ultimi decenni: Andrea Kohl del partito dei popolari e il socialista Rudolf Hundstorfer  si fermano infatti all’11%.
A quanto pare non è stata sufficiente la presa di posizione nei confronti dell’immigrazione e dell’accoglienza illimitata del premier socialista Werner Faymann a sgonfiare i voti che più di sei milioni di austriaci hanno deciso di dare allo schieramento anti-UE. L’Europa ora trema davvero, l’ipotesi di un ripristino della frontiera al Brennero è sempre più  realistica. Dall’Austria il ministro degli Esteri  Sebastian Kurz ha fatto sapere che <<se non si riuscirà a ridurre il numero degli irregolari della rotta mediterranea, allora Vienna sarà costretta a introdurre i controlli al Brennero>>. Ciò significherebbe  l’acclarata violazione del trattato di Schengen che prevede la libera circolazione di persone e merci e che, insieme al trattato di Maastricht, costituisce uno dei due pilastri dell’Unione europea. Con la più che probabile elezione di Hofer le cose non potranno che andare in questa direzione: lui stesso ha minacciato di voler sfiduciare  il governo se non verranno scelte soluzioni più intransigenti sugli immigrati. L’Italia rischia di subire un’invasione senza poter far niente visto che ha anche incassato il voltafaccia tedesco. A riguardo si è infatti espresso il ministro degli Interni tedesco Thomas De Maiziere affermando che l’Italia non si può aspettare che il Brennero sia sempre aperto.
Spicca così un’altra forza sovranista, identitaria ed euroscettica che si unisce al già radicato Front National di Marine Le Pen, al neonato tedesco Alternative für Deutschland (AfD), al polacco Diritto e Giustizia di Kaczynski e all’ungherese Fidesz-Unioce Civica Ungherese di Orban. Insomma ci sarà sicuramente un motivo, anzi forse più di uno, se milioni di europei da qualche anno a questa parte stanno dando la loro fiducia a questi tipi di schieramenti politici. Forse sarebbe il caso di smetterla di etichettare simili partiti come populisti e xenofobi e di capire le ragioni del loro consenso. Consenso che va ricercato nei vari vulnera, come quello dell’immigrazione incontrollata o il deficit di democrazia, ai quali l’Unione europea, che sembra sempre di più un grande mercato, non è in grado di dare risposte convincenti. D’altronde quelle poche volte che viene chiesta, vox populi, vox dei.

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