di Simone Mela
La Voce del Padrone
ha l’onore e il piacere di parlare di Alternativa per l’Italia, di sovranità,
democrazia ed Europa con l’avvocato Marco Mori, uno dei maggiori oppositori
della dittatura finanziaria europea, che combatte anche con i fatti e non solo
a parole. Scrive come blogger indipendente su scenarieconomici. it e sul suo
sito personale studiolegalemarcomori.it. Recente è anche la sua pubblicazione
“Il tramonto della democrazia”.
-Avvocato Marco Mori, il 22 marzo sulla scena politica italiana compare
questo nuovo movimento Alternativa per l’Italia. Può spiegare ai lettori del
nostro blog come nasce e perché?
Noi abbiamo fatto in questi anni un’attività di informazione
sul blog scenarieconomici, sui nostri siti personali, abbiamo fatto alcune
pubblicazioni, io ho fatto uscire recentemente il mio libro “Il tramonto della
democrazia”, ma ad un certo punto ci siamo resi conto che, obiettivamene, se
non fossimo riusciti ad avere un accesso mediatico più importante questa
attività divulgativa sarebbe stata abbastanza inutile. Inoltre ci siamo accorti
che i partiti tradizionali, tutti compresi, anche il M5S, non sono sulle
posizioni corrette, ma su posizioni che faranno schiantare il paese. Domenica
sono riuscito ad avere cinque minuti con Luigi Di Maio che purtroppo mi ha
ribadito che l’uscita dall’euro non sarà nel programma 5 stelle ma che la loro
posizione sarà: “sceglieranno gli italiani con il referendum”. Quindi in questo
quadro desolante abbiamo capito che dobbiamo scendere in campo.
-Quindi Alternativa
per l’Italia nasce anche perché siete stati in qualche modo delusi, o
addirittura anche traditi, da alcune posizioni di qualche movimento o partito?
Più che traditi, siamo rimasti delusi, nel senso che con
loro ci sarà soltanto la parete contro la quale ci schianteremo. Se non si
capisce che il problema è riportare l’economia sotto il controllo della
democrazia, ripristinare i valori della Costituzione del 1948 e renderli
finalmente applicati, l’Italia non ha via d’uscita. Viene sempre di più
schiacciata da questo potere finanziario che ormai è diventato così forte da
distruggere le democrazie. Lo vediamo tutti i giorni attraverso il mantra delle
cessioni di sovranità che significa semplicemente sottrarre democrazia al
popolo italiano e darla a quei mercati finanziari che ci hanno ridotto in
queste condizioni. A noi e a tutto il resto del mondo.
-Si può dunque
tranquillamente dire che è nato il primo movimento sovranista italiano?
Sicuramente è il primo movimento sovranista che, a questo
punto, è in parlamento dato che abbiamo una componente parlamentare con una
senatrice che è Paola De Pin. Sicuramente è nato il primo movimento sovranista
che ha chiaro, a mio avviso, il problema in termini economici e giuridici.
-Come mai di questi
problemi, i più importanti del paese, non si parla sui media e si lascia spazio
ad argomenti che afferiscono al microcosmo della nostra nazione?
Il motivo è molto semplice ed è un po’ quello che ci
ricordava Gustavo Ghidini nei verbali della Costituente del ’47, cioè che
quando il potere economico supera un certo livello, per definizione diventa
potere politico e schiaccia la democrazia. Oggi il potere economico è diventato
così forte che si è preso, acquistandoli di fatto, tutti i sistemi informativi
principali. Quando le testate giornalistiche e i grandi media nazionali sono
tutti al soldo di questo potere economico perché è titolare delle loro
proprietà è ovvio che tutto avviene in funzione della sua volontà e quindi il
dissenso in televisione viene utilizzato sempre per andare contro il concetto
di Stato nazionale, Stato sovrano perché dal momento che c’è la “casta, la
cricca e la corruzione” allora è bello distruggere lo Stato per dare ai privati
non accorgendosi che così si fa
esattamente il disegno della grande finanza che voleva il potere assoluto sulle
democrazie.
-In uno dei punti del
vostro statuto c’è, giustamente, l’abrogazione del pareggio di bilancio in
Costituzione (art.81). Può spiegare a chi non ne è a conoscenza o l’ha
solamente sentito nominare nei tg o letto sulle testate nazionali in che cosa
consiste e perché va contro i principi costituzionali?
Il pareggio di bilancio è prima di tutto una negazione dei
principi fondamentali della nostra Costituzione. E’ l’esatto contrario
dell’articolo 47 della Costituzione che prevede la creazione e la tutela del
risparmio. Il suo concetto è fortemente controintuitivo poiché confondiamo lo
Stato con qualsiasi altro soggetto del diritto privato. Lo Stato per creare
ricchezza e risparmio per i suoi cittadini deve fare nel lungo periodo
politiche di deficit altrimenti il risparmio non può esistere. Quindi fa spesa
pubblica, perché quello è il modo con cui distribuisce la moneta e ovviamente
deve tassare meno di questa spesa pubblica per lasciarci qualcosa. L’Italia
purtroppo fa avanzo primario, cioè tassa più di quanto spende da oltre
vent’anni e le conseguenze nell’economia si sono drammaticamente viste. Al
primo shock esterno per il quale anche le banche commerciali hanno smesso di
erogare credito, il sistema è assolutamente collassato perché mancava uno Stato
che potesse intervenire con la sua sovranità, con la sua banca centrale,
finanziando la spesa pubblica e gettando moneta necessaria nell’economia. Oggi
grazie alle politiche di austerità che l’Italia, unico Stato in Europa, ha
inserito addirittura in Costituzione con il pareggio di bilancio, noi
assistiamo alla follia macroeconomica di essere in deflazione e continuare a
fare austerità distruggendoci sempre di più nonostante il dato macroeconomico
certifichi in maniera chiara e inequivocabile che manca moneta nell’economia
reale. Il famoso Quantitative Easing (QE) della Bce è soltanto moneta che viene
data dalla banca centrale alle grandi banche internazionali che poi non
prestano soldi all’economie reali perché queste sono distrutte dalla austerità.
-A tal proposito è interessante il discorso
che voi di scenarieconomici fate sulla corruzione: in questa determinata
situazione economica il vero problema è l’evasione del barista o del piccolo
commerciante?
L’evasione in un momento in cui manca moneta nell’economia
reale significa che i soldi circolano un
po’ di più prima di tornare allo Stato. Con queste politiche folli l’evasione è
un aiuto concreto all’economia e c’è anche una conferma nei fatti. Mario Monti
che cosa ha cambiato rispetto al suo predecessore? Le tasse erano alte già
prima, perché si è avuta questa impennata del debito pubblico, questa
esplosione della disoccupazione che è raddoppiata, questa recrudescenza della
crisi? Non tanto per l’aumento della pressione fiscale, che c’è stato ma non in
maniera così rilevante, quanto per il terrore che è stato indotto per chi
deteneva ancora dei capitali di spenderli. Si è fatta questa massiccia campagna
contro l’evasione. Con il livello di pressione fiscale che c’era già prima era
solo l’evasione che consentiva all’economia di resistere. Quando si tassa ben
oltre il 50% con punte sulle imprese che possono arrivare al 70% l’economia è
morta senza evasione. Nel momento in cui si torna a fare delle buone politiche
monetarie l’evasione è un problema perché subentra un discorso di
redistribuzione o anche di parziale ostacolo alle scelte monetarie fatte dallo
Stato. La corruzione è stata propedeutica a far odiare lo Stato. Siccome il
desiderio neoliberista del potere finanziario è cancellare lo Stato, definire
lo Stato corrotto e la crisi come conseguenza dello Stato corrotto è il mantra
ideale per liquidare le grandi democrazie occidentali. L’unica corruzione
dannosa in verità è quella in cui le istituzioni hanno svenduto il nostro paese
a interessi stranieri cedendo sovranità, firmando accordi che ci hanno
rovinato. Questa corruzione dal punto di vista penale rientra nei crimini
contro la personalità dello Stato. Solo questa corruzione ha avuto un danno
macroeconomico oggettivo.
-Un altro punto di
Alternativa per l’Italia recita: “ Nazionalizzazione dei servizi pubblici
essenziali e delle aziende d’interesse strategico nazionale”. Un punto che era
stato messo in pratica durante il ventennio fascista. Come risponde a chi
potrebbe accostare questo movimento al partito fascista distogliendo
l’attenzione da temi importanti come questi?
Bisogna di nuovo scomodare i padri costituenti per
comprendere il problema. Nel ’47 sui verbali della Costituente era chiarissimo
un fatto ben specifico: cioè che nazismo e fascismo erano soltanto la reazione
sbagliata alle politiche neoliberiste fatte in precedenza. Le crisi
occupazionali e la crisi economica furono causate da questa politica per la
quale il potere economico non aveva nessun limite o freno. Dunque era ovvio che
nelle loro componenti, sia in Germania che in Italia, ci fossero al centro
alcuni aspetti che tendevano a limitare il grande potere finanziario. Questo
modello, però, non è solamente quello del fascismo o del nazismo ma è anche
quello fatto proprio dalla Costituzione del ’48 che nella sua parte economica
(art. 41-47) prevede espressamente che
la libera iniziativa privata è riconosciuta ma sempre subordinata all’interesse
pubblico, la proprietà deve avere una funzione sociale (cioè libera ma si
devono evitare i grandi accentramenti di proprietà tali che possano travolgere
il pubblico interesse) e si consente allo Stato di nazionalizzare i servizi
pubblici essenziali di qualunque genere e specie perché deve prevalere
l’interesse pubblico
-Per quanto riguarda
invece l’aria che si respira dentro i
tribunali, dopo tutte le battaglie che sta portando avanti contro l’euro e per
il ripristino della sovranità, avverte un cambiamento da parte di suoi colleghi
o di qualche giudice riguardo a questi atti di criminalità verso la personalità
dello Stato?
C’è molta più consapevolezza. Sto vedendo un interesse
notevole da parte dei colleghi, un interesse che sta aumentando in maniera
esponenziale e vedremo come finirà. A livello penale la procura di Roma, che è
quella competente per i delitti contro la personalità dello Stato, sta
archiviando le denunce mentre in sede civile arriveremo a sentenza e altre
procure come quella di Trani si stanno avvicinando molto ai fatti che sono alla
radice degli atti che ho depositato. Ruggiero, grandissimo pubblico ministero,
oltre ad aver portato a processo per manipolazione del mercato le agenzie di
rating Standard and Poor's, ora ha anche messo sotto la lente di ingrandimento
la massiccia vendita fatta dalla Deutsche Bank di titoli di stato italiani (7
miliardi) che furono funzionali a creare la crisi dello spread del 2011.
-Parlando del
problema immigrazione quali sono le soluzioni che offre Alternativa per
l’Italia?
Anche lì il nemico è sempre lo stesso. Questi paesi sono
rimasti in stato di grave sottosviluppo in funzione di un potere economico che
li ha sfruttati perché aveva interesse ad ottenere determinate risorse
naturali. Le dittature sono più malleabili. È più semplice indirizzare la
politica di una dittatura con il potere economico che non avere di fronte
grandi democrazie organizzate. Si è creato un problema che è stato aggravato
dalla dissennata politica americana perché le guerre hanno portato ad
ulteriori fenomeni di immigrazione. E’
evidente che se noi vinciamo la battaglia contro il potere finanziario e la
estendiamo a livello internazionale riusciamo anche ad intervenire su questi
fenomeni riportando un po’ più di giustizia nel mondo. A livello generale una
delle battaglie principali dovrà essere l’eliminazione del diritto di veto in
seno alle Nazioni Unite che ci consentirà di fare politiche democratiche a
livello internazionale, cessare l’attività di sfruttamento di questi paesi.
Tuttavia, sapendo che realisticamente non possiamo trasferire l’Africa in
Italia, nonostante gli errori commessi in passato, dobbiamo necessariamente
andare ad intervenire per far sì che non
siano minacciati a casa loro e che non vengano in Italia in massa. Dobbiamo assolutamente
fare in modo di ridare sviluppo nei loro territori. Accogliere i rifugiati è
sacrosanto ma bisogna avere risorse per identificarli, vedere chi è rifugiato e
non consentire a chiunque di iniziare a girovagare per l’Italia. Non è un
problema che si può risolvere dall’oggi al domani ma con politiche di lungo
termine. Nell’immediato dobbiamo avere un po’ di severità nei controlli ed
eseguire le espulsioni. Sarebbe molto più umanitario piuttosto che farli
partire avere le nostre forze armate più a ridosso dei confini, resi
erroneamente insicuri a causa delle guerre, ed intervenire in loco dando loro
sostentamento.
-Non poteva mancare
la domanda sul referendum. Non c’è neanche bisogno di chiederle se voterà per
il si o per il no. Perché votare NO e cosa pensa del ministro per le riforme
Maria Elena Boschi che ha affermato che chi vota No vota come Casapound.
La Boschi è un caso disperato. L’unica cosa che mi
interesserebbe sapere dalla Boschi è chi ha scritto la riforma visto che
sicuramente non l’ha scritta lei. È un disegno di legge aberrante, è la più
grossa riforma costituzionale della storia della Repubblica e la fa una
maggioranza illegittima che la Cassazione certifica essere costituita in
violazione dei principi di rappresentatività democratica (sentenza 8878/14) e
chi si considera legittimata a cambiare la Costituzione, la quale riguarda
tutti e non solo la maggioranza costituita con un premio illegittimo e
incostituzionale. Nel merito questa riforma è un pasticcio. Non elimina affatto
il bicameralismo, crea anzi una molteplice serie di modi con cui portare a
termine un disegno di legge, il Senato avrà varie funzioni, prima fra tutte
quella di gendarme per quanto riguarda l’applicazione della normativa europea:
sono previsti commissariamenti diretti degli organi amministrativi inferiori. E
soprattutto in combinato con l’Italicum la riforma darà alla maggioranza il
totale controllo della Repubblica e di tutti gl organi di garanzia perché potrà
nominare il Presidente della Repubblica e avere la maggioranza in Corte
costituzionale. D'altronde questo
disegno nel complesso è funzionale al concetto dei rapporti della Commissione
Trilaterale che parlano di governare le democrazie perché una democrazia troppo
libera è contraria ai loro interessi finanziari ed economici.
-Secondo lei potrà
vincere il No? La mia paura è che la maggior parte della popolazione abituata
all’informazione mainstream si faccia abbindolare dall’idea dei tagli ai costi
della politica e quindi sarà portata a votare Si.
Probabilmente faranno una campagna su questo. Ho visto un
dispaccio di Fitch che dice che se l’italia non voterà le riforme ci saranno
conseguenze finanziarie ecc. Ci sarà un lancio via via più forte di varie
dichiarazioni per fare pressione sul voto degli elettori. Risulterà importante
che le opposizioni questa volta si degnino di fare un minimo di informazione
altrimenti diventeranno funzionali. Io ho scritto “Il tramonto della
democrazia”, se passasse la riforma possiamo dire che la democrazia è morta e a
quel punto riscattarla potrebbe costare molto anche in termini di vite perché
non è detto che a quel punto si potrà ragionare soltanto con il diritto.
-Ragionando sul nome
del vostro movimento è facile pensare ad Alternative für Deutschland. Quanto
c’è di comune e differente fra questi due soggetti politici?
Di progettato in comune non c’è assolutamente niente. Quello
che ci accomuna è il fatto che entrambi vogliamo fare gli interessi delle
proprie rispettive nazioni e che entrambi condividiamo il fatto che questi interessi
si tutelino meglio con il pieno riscatto delle sovranità. Abbiamo avuto con
loro un dialogo in occasione della conferenza stampa in cui uno dei loro membri
si è presentato ed è venuto ad ascoltarci. Scambiandoci vari contenuti ci siamo
resi conto che abbiamo idee molto simili: la sovranità è un passo necessario
per la tutela delle nostre democrazie e dei nostri paesi e questa sovranità non
implicherà di avere rapporti di inimicizia fra Stati anzi l’esatto contrario.
Infatti sovranità in senso costituzionale significa proprio questo: essere
padroni a casa propria ma limitare gli effetti di questa sovranità verso gli
altri paesi a fini di pace e giustizia per uniformare i rapporti internazionali
sulla necessaria solidarietà.
La Voce del Padrone
ringrazia l’avvocato Marco Mori per questa intervista.
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