giovedì 12 maggio 2016

Intervista all'avvocato Marco Mori


di Simone Mela

La Voce del Padrone ha l’onore e il piacere di parlare di Alternativa per l’Italia, di sovranità, democrazia ed Europa con l’avvocato Marco Mori, uno dei maggiori oppositori della dittatura finanziaria europea, che combatte anche con i fatti e non solo a parole. Scrive come blogger indipendente su scenarieconomici. it e sul suo sito personale studiolegalemarcomori.it. Recente è anche la sua pubblicazione “Il tramonto della democrazia”.

 -Avvocato Marco Mori, il 22 marzo sulla scena politica italiana compare questo nuovo movimento Alternativa per l’Italia. Può spiegare ai lettori del nostro blog come nasce e perché?
Noi abbiamo fatto in questi anni un’attività di informazione sul blog scenarieconomici, sui nostri siti personali, abbiamo fatto alcune pubblicazioni, io ho fatto uscire recentemente il mio libro “Il tramonto della democrazia”, ma ad un certo punto ci siamo resi conto che, obiettivamene, se non fossimo riusciti ad avere un accesso mediatico più importante questa attività divulgativa sarebbe stata abbastanza inutile. Inoltre ci siamo accorti che i partiti tradizionali, tutti compresi, anche il M5S, non sono sulle posizioni corrette, ma su posizioni che faranno schiantare il paese. Domenica sono riuscito ad avere cinque minuti con Luigi Di Maio che purtroppo mi ha ribadito che l’uscita dall’euro non sarà nel programma 5 stelle ma che la loro posizione sarà: “sceglieranno gli italiani con il referendum”. Quindi in questo quadro desolante abbiamo capito che dobbiamo scendere in campo.
-Quindi Alternativa per l’Italia nasce anche perché siete stati in qualche modo delusi, o addirittura anche traditi, da alcune posizioni di qualche movimento o partito?
Più che traditi, siamo rimasti delusi, nel senso che con loro ci sarà soltanto la parete contro la quale ci schianteremo. Se non si capisce che il problema è riportare l’economia sotto il controllo della democrazia, ripristinare i valori della Costituzione del 1948 e renderli finalmente applicati, l’Italia non ha via d’uscita. Viene sempre di più schiacciata da questo potere finanziario che ormai è diventato così forte da distruggere le democrazie. Lo vediamo tutti i giorni attraverso il mantra delle cessioni di sovranità che significa semplicemente sottrarre democrazia al popolo italiano e darla a quei mercati finanziari che ci hanno ridotto in queste condizioni. A noi e a tutto il resto del mondo.
-Si può dunque tranquillamente dire che è nato il primo movimento sovranista italiano?
Sicuramente è il primo movimento sovranista che, a questo punto, è in parlamento dato che abbiamo una componente parlamentare con una senatrice che è Paola De Pin. Sicuramente è nato il primo movimento sovranista che ha chiaro, a mio avviso, il problema in termini economici e giuridici.
-Come mai di questi problemi, i più importanti del paese, non si parla sui media e si lascia spazio ad argomenti che afferiscono al microcosmo della nostra nazione?
Il motivo è molto semplice ed è un po’ quello che ci ricordava Gustavo Ghidini nei verbali della Costituente del ’47, cioè che quando il potere economico supera un certo livello, per definizione diventa potere politico e schiaccia la democrazia. Oggi il potere economico è diventato così forte che si è preso, acquistandoli di fatto, tutti i sistemi informativi principali. Quando le testate giornalistiche e i grandi media nazionali sono tutti al soldo di questo potere economico perché è titolare delle loro proprietà è ovvio che tutto avviene in funzione della sua volontà e quindi il dissenso in televisione viene utilizzato sempre per andare contro il concetto di Stato nazionale, Stato sovrano perché dal momento che c’è la “casta, la cricca e la corruzione” allora è bello distruggere lo Stato per dare ai privati non accorgendosi  che così si fa esattamente il disegno della grande finanza che voleva il potere assoluto sulle democrazie.
-In uno dei punti del vostro statuto c’è, giustamente, l’abrogazione del pareggio di bilancio in Costituzione (art.81). Può spiegare a chi non ne è a conoscenza o l’ha solamente sentito nominare nei tg o letto sulle testate nazionali in che cosa consiste e perché va contro i principi costituzionali?
Il pareggio di bilancio è prima di tutto una negazione dei principi fondamentali della nostra Costituzione. E’ l’esatto contrario dell’articolo 47 della Costituzione che prevede la creazione e la tutela del risparmio. Il suo concetto è fortemente controintuitivo poiché confondiamo lo Stato con qualsiasi altro soggetto del diritto privato. Lo Stato per creare ricchezza e risparmio per i suoi cittadini deve fare nel lungo periodo politiche di deficit altrimenti il risparmio non può esistere. Quindi fa spesa pubblica, perché quello è il modo con cui distribuisce la moneta e ovviamente deve tassare meno di questa spesa pubblica per lasciarci qualcosa. L’Italia purtroppo fa avanzo primario, cioè tassa più di quanto spende da oltre vent’anni e le conseguenze nell’economia si sono drammaticamente viste. Al primo shock esterno per il quale anche le banche commerciali hanno smesso di erogare credito, il sistema è assolutamente collassato perché mancava uno Stato che potesse intervenire con la sua sovranità, con la sua banca centrale, finanziando la spesa pubblica e gettando moneta necessaria nell’economia. Oggi grazie alle politiche di austerità che l’Italia, unico Stato in Europa, ha inserito addirittura in Costituzione con il pareggio di bilancio, noi assistiamo alla follia macroeconomica di essere in deflazione e continuare a fare austerità distruggendoci sempre di più nonostante il dato macroeconomico certifichi in maniera chiara e inequivocabile che manca moneta nell’economia reale. Il famoso Quantitative Easing (QE) della Bce è soltanto moneta che viene data dalla banca centrale alle grandi banche internazionali che poi non prestano soldi all’economie reali perché queste sono distrutte dalla austerità.
 -A tal proposito è interessante il discorso che voi di scenarieconomici fate sulla corruzione: in questa determinata situazione economica il vero problema è l’evasione del barista o del piccolo commerciante?
L’evasione in un momento in cui manca moneta nell’economia reale  significa che i soldi circolano un po’ di più prima di tornare allo Stato. Con queste politiche folli l’evasione è un aiuto concreto all’economia e c’è anche una conferma nei fatti. Mario Monti che cosa ha cambiato rispetto al suo predecessore? Le tasse erano alte già prima, perché si è avuta questa impennata del debito pubblico, questa esplosione della disoccupazione che è raddoppiata, questa recrudescenza della crisi? Non tanto per l’aumento della pressione fiscale, che c’è stato ma non in maniera così rilevante, quanto per il terrore che è stato indotto per chi deteneva ancora dei capitali di spenderli. Si è fatta questa massiccia campagna contro l’evasione. Con il livello di pressione fiscale che c’era già prima era solo l’evasione che consentiva all’economia di resistere. Quando si tassa ben oltre il 50% con punte sulle imprese che possono arrivare al 70% l’economia è morta senza evasione. Nel momento in cui si torna a fare delle buone politiche monetarie l’evasione è un problema perché subentra un discorso di redistribuzione o anche di parziale ostacolo alle scelte monetarie fatte dallo Stato. La corruzione è stata propedeutica a far odiare lo Stato. Siccome il desiderio neoliberista del potere finanziario è cancellare lo Stato, definire lo Stato corrotto e la crisi come conseguenza dello Stato corrotto è il mantra ideale per liquidare le grandi democrazie occidentali. L’unica corruzione dannosa in verità è quella in cui le istituzioni hanno svenduto il nostro paese a interessi stranieri cedendo sovranità, firmando accordi che ci hanno rovinato. Questa corruzione dal punto di vista penale rientra nei crimini contro la personalità dello Stato. Solo questa corruzione ha avuto un danno macroeconomico oggettivo.
-Un altro punto di Alternativa per l’Italia recita: “ Nazionalizzazione dei servizi pubblici essenziali e delle aziende d’interesse strategico nazionale”. Un punto che era stato messo in pratica durante il ventennio fascista. Come risponde a chi potrebbe accostare questo movimento al partito fascista distogliendo l’attenzione da temi importanti come questi?
Bisogna di nuovo scomodare i padri costituenti per comprendere il problema. Nel ’47 sui verbali della Costituente era chiarissimo un fatto ben specifico: cioè che nazismo e fascismo erano soltanto la reazione sbagliata alle politiche neoliberiste fatte in precedenza. Le crisi occupazionali e la crisi economica furono causate da questa politica per la quale il potere economico non aveva nessun limite o freno. Dunque era ovvio che nelle loro componenti, sia in Germania che in Italia, ci fossero al centro alcuni aspetti che tendevano a limitare il grande potere finanziario. Questo modello, però, non è solamente quello del fascismo o del nazismo ma è anche quello fatto proprio dalla Costituzione del ’48 che nella sua parte economica (art. 41-47) prevede espressamente  che la libera iniziativa privata è riconosciuta ma sempre subordinata all’interesse pubblico, la proprietà deve avere una funzione sociale (cioè libera ma si devono evitare i grandi accentramenti di proprietà tali che possano travolgere il pubblico interesse) e si consente allo Stato di nazionalizzare i servizi pubblici essenziali di qualunque genere e specie perché deve prevalere l’interesse pubblico
-Per quanto riguarda invece  l’aria che si respira dentro i tribunali, dopo tutte le battaglie che sta portando avanti contro l’euro e per il ripristino della sovranità, avverte un cambiamento da parte di suoi colleghi o di qualche giudice riguardo a questi atti di criminalità verso la personalità dello Stato?
C’è molta più consapevolezza. Sto vedendo un interesse notevole da parte dei colleghi, un interesse che sta aumentando in maniera esponenziale e vedremo come finirà. A livello penale la procura di Roma, che è quella competente per i delitti contro la personalità dello Stato, sta archiviando le denunce mentre in sede civile arriveremo a sentenza e altre procure come quella di Trani si stanno avvicinando molto ai fatti che sono alla radice degli atti che ho depositato. Ruggiero, grandissimo pubblico ministero, oltre ad aver portato a processo per manipolazione del mercato le agenzie di rating Standard and Poor's, ora ha anche messo sotto la lente di ingrandimento la massiccia vendita fatta dalla Deutsche Bank di titoli di stato italiani (7 miliardi) che furono funzionali a creare la crisi dello spread del 2011.
-Parlando del problema immigrazione quali sono le soluzioni che offre Alternativa per l’Italia?
Anche lì il nemico è sempre lo stesso. Questi paesi sono rimasti in stato di grave sottosviluppo in funzione di un potere economico che li ha sfruttati perché aveva interesse ad ottenere determinate risorse naturali. Le dittature sono più malleabili. È più semplice indirizzare la politica di una dittatura con il potere economico che non avere di fronte grandi democrazie organizzate. Si è creato un problema che è stato aggravato dalla dissennata politica americana perché le guerre hanno portato ad ulteriori  fenomeni di immigrazione. E’ evidente che se noi vinciamo la battaglia contro il potere finanziario e la estendiamo a livello internazionale riusciamo anche ad intervenire su questi fenomeni riportando un po’ più di giustizia nel mondo. A livello generale una delle battaglie principali dovrà essere l’eliminazione del diritto di veto in seno alle Nazioni Unite che ci consentirà di fare politiche democratiche a livello internazionale, cessare l’attività di sfruttamento di questi paesi. Tuttavia, sapendo che realisticamente non possiamo trasferire l’Africa in Italia, nonostante gli errori commessi in passato, dobbiamo necessariamente andare ad intervenire per far sì  che non siano minacciati a casa loro e che non vengano in Italia in massa. Dobbiamo assolutamente fare in modo di ridare sviluppo nei loro territori. Accogliere i rifugiati è sacrosanto ma bisogna avere risorse per identificarli, vedere chi è rifugiato e non consentire a chiunque di iniziare a girovagare per l’Italia. Non è un problema che si può risolvere dall’oggi al domani ma con politiche di lungo termine. Nell’immediato dobbiamo avere un po’ di severità nei controlli ed eseguire le espulsioni. Sarebbe molto più umanitario piuttosto che farli partire avere le nostre forze armate più a ridosso dei confini, resi erroneamente insicuri a causa delle guerre, ed intervenire in loco dando loro sostentamento.
-Non poteva mancare la domanda sul referendum. Non c’è neanche bisogno di chiederle se voterà per il si o per il no. Perché votare NO e cosa pensa del ministro per le riforme Maria Elena Boschi che ha affermato che chi vota No vota come Casapound.
La Boschi è un caso disperato. L’unica cosa che mi interesserebbe sapere dalla Boschi è chi ha scritto la riforma visto che sicuramente non l’ha scritta lei. È un disegno di legge aberrante, è la più grossa riforma costituzionale della storia della Repubblica e la fa una maggioranza illegittima che la Cassazione certifica essere costituita in violazione dei principi di rappresentatività democratica (sentenza 8878/14) e chi si considera legittimata a cambiare la Costituzione, la quale riguarda tutti e non solo la maggioranza costituita con un premio illegittimo e incostituzionale. Nel merito questa riforma è un pasticcio. Non elimina affatto il bicameralismo, crea anzi una molteplice serie di modi con cui portare a termine un disegno di legge, il Senato avrà varie funzioni, prima fra tutte quella di gendarme per quanto riguarda l’applicazione della normativa europea: sono previsti commissariamenti diretti degli organi amministrativi inferiori. E soprattutto in combinato con l’Italicum la riforma darà alla maggioranza il totale controllo della Repubblica e di tutti gl organi di garanzia perché potrà nominare il Presidente della Repubblica e avere la maggioranza in Corte costituzionale.  D'altronde questo disegno nel complesso è funzionale al concetto dei rapporti della Commissione Trilaterale che parlano di governare le democrazie perché una democrazia troppo libera è contraria ai loro interessi finanziari ed economici.
-Secondo lei potrà vincere il No? La mia paura è che la maggior parte della popolazione abituata all’informazione mainstream si faccia abbindolare dall’idea dei tagli ai costi della politica e quindi sarà portata a votare Si.
Probabilmente faranno una campagna su questo. Ho visto un dispaccio di Fitch che dice che se l’italia non voterà le riforme ci saranno conseguenze finanziarie ecc. Ci sarà un lancio via via più forte di varie dichiarazioni per fare pressione sul voto degli elettori. Risulterà importante che le opposizioni questa volta si degnino di fare un minimo di informazione altrimenti diventeranno funzionali. Io ho scritto “Il tramonto della democrazia”, se passasse la riforma possiamo dire che la democrazia è morta e a quel punto riscattarla potrebbe costare molto anche in termini di vite perché non è detto che a quel punto si potrà ragionare soltanto con il diritto.
-Ragionando sul nome del vostro movimento è facile pensare ad Alternative für Deutschland. Quanto c’è di comune e differente fra questi due soggetti politici?
Di progettato in comune non c’è assolutamente niente. Quello che ci accomuna è il fatto che entrambi vogliamo fare gli interessi delle proprie rispettive nazioni e che entrambi condividiamo il fatto che questi interessi si tutelino meglio con il pieno riscatto delle sovranità. Abbiamo avuto con loro un dialogo in occasione della conferenza stampa in cui uno dei loro membri si è presentato ed è venuto ad ascoltarci. Scambiandoci vari contenuti ci siamo resi conto che abbiamo idee molto simili: la sovranità è un passo necessario per la tutela delle nostre democrazie e dei nostri paesi e questa sovranità non implicherà di avere rapporti di inimicizia fra Stati anzi l’esatto contrario. Infatti sovranità in senso costituzionale significa proprio questo: essere padroni a casa propria ma limitare gli effetti di questa sovranità verso gli altri paesi a fini di pace e giustizia per uniformare i rapporti internazionali sulla necessaria solidarietà.

La Voce del Padrone ringrazia l’avvocato Marco Mori per questa intervista.

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