di Menno Gabel
“Ubi solitudinem faciunt, pacem appellant”.
Dove fanno il deserto lo chiamano pace.
Il
postcomunista D.O.P. Carlo Petrini di Slow Food cita sui giornali del 31 maggio
scorso Tacito e il discorso antiimperialistico di Calgaco per difendere le
specificità organolettiche e culturali delle filiere del latte minacciate
dall’eliminazione europoide delle quote nazionali di produzione.
Che pena
vedere dei residuati della generazione del sessantotto rispolverare le stesse
citazioni, a suo tempo orecchiate o suggerite per fare da slogan nelle
manifestazioni contro la guerra in Vietnam, per difendere i valori
imprescindibili di formaggi fondamentali come il Caciocavallo di Ciminà o il Fatulì della val
Saviore girandosi invece dall’altra parte di fronte all’allegro suicidio
etnico, culturale ed economico dei popoli
autoctoni dell’Europa.
No. L’uomo non è ciò che mangia. L’uomo è ciò che rivomita.
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