martedì 31 maggio 2016

Ubi solitudinem faciunt pacem appelant


di Menno Gabel

“Ubi solitudinem faciunt, pacem appellant”.
Dove fanno il deserto lo chiamano pace.

Il postcomunista D.O.P. Carlo Petrini di Slow Food cita sui giornali del 31 maggio scorso Tacito e il discorso antiimperialistico di Calgaco per difendere le specificità organolettiche e culturali delle filiere del latte minacciate dall’eliminazione europoide delle quote nazionali di produzione.
Che pena vedere dei residuati della generazione del sessantotto rispolverare le stesse citazioni, a suo tempo orecchiate o suggerite per fare da slogan nelle manifestazioni contro la guerra in Vietnam, per difendere i valori imprescindibili di formaggi fondamentali come il  Caciocavallo di Ciminà o il Fatulì della val Saviore girandosi invece dall’altra parte di fronte all’allegro suicidio etnico, culturale ed economico dei popoli  autoctoni dell’Europa.

No. L’uomo non è ciò che mangia. L’uomo è ciò che rivomita.

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