giovedì 1 ottobre 2015

Il Quadrato: Cammello


di Mauro Cuomo

Camminavo pensando, come mio solito, al passato, presente e futuro; il mio passato, presente e futuro, certo, ma anche quello del mio vicino che ascoltava non so quanto coscientemente. Il passato, presente e futuro di tutti insomma. 
Il sassolino nella scarpa fu L’uomo (senza escludere il me stesso), il vivere secondo Queste leggi, Questi costumi, Questi consumi. E dato che prova soddisfazione ai più trovare un appoggio stimato, andai a trovare Federico e abbandonai per un momento il mio compagno in delirio. Subito trovò la risposta (tipo astuto Federico): inizio a parlare di Cammelli, Leoni e Fanciullini. Continuava, nonostante la mia irresolutezza nel disquisire, a dire che in questo presente ci sono troppi Cammelli e che io, nel venire da lui, fui Leone... “Abbiamo perso qualcosa di atavico!”, urlava. Approfittai di un momento di lucidità per domandare, quindi azzardai: “e chi sono mai questi Fanciullini?”. Rise, iniziò a saltare e a fare piroette. Mi guardava con quei suoi occhi mentre faceva danzare quel baffo a spazzola che teneva così caro.
 (Pubblicato originariamente sul numero 0 della rivista "La Voce del Padrone)

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